Rottamazione debiti: scopri se il tuo debito è dovuto

da Set 26, 2024Fisco, Lo Studio Informa

A tutti, almeno una volta, è capitato di vedersi recapitare una cartella esattoriale (comunemente chiamato ruolo esattoriale), per una multa, oppure un tributo comunale, Iva da versare oppure una differenza Irpef, e di non sapere o semmai avere il dubbio se la somma intimata sia davvero un debito e quel che conta se sia dovuto.

Tra proroghe di Governo e annunci giornalistici si riapre la stagione dei debiti fiscali.

Occasione propizia per fare chiarezza sulle verifiche preliminari da eseguire sia prima di aderire alla prossima (se confermata) attuazione della rottamazione quinquies, sia prima di procedere al pagamento dei crediti ingiunti non solo dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (per quel che riguarda i tributi statali ed i contributi previdenziali), ma anche da altri enti incaricati della riscossione (per quel che riguarda i tributi locali – esemplificativamente: tassa sui rifiuti, IMU, bollo auto, multe) a persone fisiche ed  aziende.

Non è raro, infatti, che l’intimazione a pagare o, peggio, una procedura esecutiva (a titolo esemplificativo: il fermo amministrativo, il pignoramento dello stipendio o della pensione ed il pignoramento immobiliare), siano avviate dagli enti incaricati della riscossione per crediti non più esigibili (vale a dire, crediti non più richiedibili), e questo perché o in relazione a tali crediti l’ente impositore (ad esempio, l’Agenzia delle Entrate – che, si badi, non è l’Agenzia delle Entrate Riscossione! – il Comune, la Regione, l’Inps, l’Inail), non ha più il potere perché decaduto o perché i crediti in questione sono prescritti, in quanto notificati oltre i termini di legge.

Poiché chi fa valere un diritto di credito ha l’obbligo di provare l’esistenza dello stesso (e, quindi, che sussistono i presupposti di forma e di sostanza per esigerlo) e poiché questo principio non ammette eccezioni, è buona norma per il contribuente intimato (ed a volte anche pressato!) al pagamento, procedere, al fine di tutelare il proprio diritto di difesa ed al fine di capire se ciò che gli viene richiesto sia realmente dovuto, ricostruire la procedura seguita dall’agente della riscossione, onde verificare la correttezza della stessa e, soprattutto, il rispetto dei termini di decadenza e prescrizione, vale a dire dei termini entro i quali l’ente impositore ovvero della riscossione può contestare e richiedere il pagamento del presunto credito.

La parità nella relazione tra Pubblica Amministrazione (demandata ad enti privati, ma che riscuotono entrate di enti pubblici territoriali, come i Comuni e le Regioni) e Contribuenti e Cittadini nasce da qui, e chi viene intimato al pagamento ha il diritto insieme all’opportunità di valutare preliminarmente la meritevolezza e l’attualità della pretesa tributaria. 

I nostri approfondimenti forniscono, quindi, informazioni dirette ad attivare procedure capaci di confrontare la posizione debitoria ingiunta dal Fisco con quella attuale del Contribuente, per giungere alla posizione giuridicamente effettiva e, quindi, dovuta!

La “Giustizia Rapidaattiva procedure di Giustizia Convenzionale, come l’istanza di accesso agli atti, la procedura di mediazione civile e tributaria, l’istanza in autotutela, la proposta di conciliazione, da attuare nell’ordine corretto, in modo tale non solo da verificare se il credito richiesto sia effettivamente dovuto, ma anche da giungere, se possibile, ad una risoluzione NON giudiziale (cioè, senza ricorrere in giudizio) della questione, con probabile risparmio economico e di tempo.

Procedure di legge, quelle ricordate, meno note e alternative al processo, attivate spesso anche con l’ausilio di strumenti tecnologici “Tools” introdotti più diffusamente nel periodo Covid ed oggi conosciute ai più anche se non ancora di uso comune, messi a disposizione del Cittadino Digitale, (posta certificata, spid e firma digitale, posta elettronica ordinaria,  numero di telefono cellulare).

Ma anche per attivare tali strumenti di Giustizia Convenzionale, è fondamentale per il Contribuente agire con tempestività, a seguito del ricevimento della notifica di un atto della riscossione, così da evitare di perdere la possibilità  di verificare se la richiesta sia legittima: in altri termini, di incorrere in preclusioni!

E a te è stata notificata un’intimazione di pagamento, un preavviso di fermo, un pignoramento presso terzi, un preavviso di iscrizione ipotecaria?

  • Vuoi verificare se sussiste il debito e, soprattutto, se questo è esigibile?
  • Vuoi capire se puoi ed in che modo puoi difenderti?
  • Vuoi verificare la tua esposizione debitoria “attiva” pendente con l’Agenzia delle Entrate Riscossione prima di decidere se aderire alla prossima rottamazione?
  • Vuoi verificare la tua esposizione debitoria pendente presso altri enti della riscossione?


Questo articolo è stato scritto da


Avv. Sabrina Contino
Formazione linguistica e studi giuridici, fornisce prevalentemente consulenza ad enti pubblici.
Dottorato PHD in legislazione ordinistica e sviluppo del territorio.
Avvocato anche di diritto canonico, è specializzata in giustizia conciliativa civile e penale, e nel patrocinio presso le Corti UE.
Membro della Commissione Ministeriale promossa dal MIUR nel 2011 per l’istituzione degli Istituti Tecnici Superiori in Italia (ITS) .
Membro stabile del gruppo di lavoro per la Riforma delle Professioni istituito dal Ministero della Giustizia 2010-2013 che studia la mediazione civile introdotta in Italia e gli Organismi di Mediazione  a competenza riservata presso gli ordini professionali.
Ha ricoperto il ruolo di Responsabile della Segreteria di Presidenza del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari 2008-2013.
Ha prestato la propria assistenza al Consiglio Nazionale dei Chimici nel corso del 2014-2015 e collaborato con altri ordini professionali associati alla Rete delle Professioni Tecniche.
Relatore in convegni anche internazionali, a partire dal 2017 svolge la propria attività di ricerca in tema di mediazione civile e ADR presso “Unidroit”, Istituto internazionale di unificazione del diritto privato.
Dal 2019 è accreditata presso il Ministero della Giustizia come responsabile scientifico per la formazione in materia di mediazione.
Autrice di pubblicazioni in riviste giuridiche specializzate.
Dal  2023 è membro del Dipartimento di Mediazione Penale presso l’omonima Commissione istituita dall’Ordine degli Avvocati di Roma.
avv. Federica Costanzo
Avv. Federica Costanzo
esercita la professione forense dal 2011, svolgendo attività contenziosa e stragiudiziale con specifica specializzazione in materia di diritto tributario presso le Corti di Giudice Tributario e altre Autorità Giudiziarie, ed assistenza a persone fisiche e giuridiche nei rapporti con l’Amministrazione Finanziaria e con gli agenti della riscossione nella fase pre-contenziosa.
In materia di diritto bancario presta assistenza in fase pre-contenziosa e contenziosa con patrocinio anche nell’applicazione delle procedure di giustizia conciliativa e ADR diretta alla verifica di anatocismo, usura, addebiti di somme a vario titolo non dovute, violazione delle regole sulla trasparenza dei contratti bancari e vizi delle clausole contrattuali per  c/c, mutui, anticipazioni, ecc.
In diritto commerciale, il suo patrocinio legale attiene azioni di responsabilità promosse contro organi di amministrazione e di controllo; impugnazione delle delibere assembleari; redazione di tutti i contratti d’impresa e commerciali; vendita ed acquisto di partecipazioni in società di capitali e di persone,  ricerca di accordi transattivi.
Ed infine in diritto immobiliare con assistenza e consulenza per compravendite immobiliari e locazioni.
Mediatore professionale in materia civile e commerciale presso Organismi vigilati dal Ministero della Giustizia.

Approfondimenti

Istanza di accesso agli atti: per verificare la documentazione

L’istanza di accesso agli atti è uno strumento che permette al contribuente di richiedere e ottenere copia della documentazione amministrativa detenuta dall’ente pubblico, come l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia delle Entrate Riscossione, relativa alla propria posizione debitoria. Questo serve per verificare la correttezza delle procedure adottate per la notifica e la riscossione dei debiti. Ad esempio, puoi richiedere l’accesso alla documentazione per vedere se ci sono errori nella cartella esattoriale o se il debito è prescritto.

Come funziona:
Il contribuente deve presentare una richiesta scritta, specificando quali documenti vuole consultare. L’ente ha un termine di 30 giorni per rispondere. Se la richiesta è accolta, verrà rilasciata copia dei documenti. Se viene respinta o ignorata, il contribuente può ricorrere al giudice amministrativo.

Procedura di mediazione civile e tributaria: per cercare una soluzione amichevole

La mediazione civile e tributaria è una procedura alternativa al contenzioso giudiziario, che consente di risolvere le controversie fiscali in maniera più rapida e meno onerosa. Questa procedura prevede che il contribuente e l’ente fiscale (come l’Agenzia delle Entrate) si incontrino, con l’assistenza di un mediatore neutrale, per trovare un accordo amichevole.

Come funziona:
Deve essere richiesta entro 60 giorni dalla notifica dell’atto contestato, come un avviso di accertamento o una cartella esattoriale. Il contribuente presenta un’istanza di mediazione all’Agenzia delle Entrate, e l’ente ha 90 giorni per rispondere. Se viene trovato un accordo, la controversia si risolve senza passare per il tribunale, spesso con un accordo che riduce l’importo dovuto o rateizza il pagamento.

Istanza in autotutela: per chiedere la revisione del debito

L’istanza in autotutela è una richiesta che il contribuente può fare all’ente di riscossione per correggere o annullare un atto amministrativo che ritiene illegittimo o errato. L’autotutela è un potere dell’amministrazione che può intervenire autonomamente per correggere eventuali errori o annullare debiti ingiusti, come duplicazioni o errori materiali.

Come funziona:
Il contribuente presenta l’istanza in autotutela direttamente all’ente creditore, spiegando i motivi per cui il debito è contestato (es. pagamento già effettuato, prescrizione del debito, errori formali nella notifica). Se l’ente accoglie la richiesta, il debito viene annullato o rettificato. È una procedura rapida, ma non obbligatoria per l’ente, quindi, se respinta, il contribuente dovrà valutare altre vie legali.

Proposta di conciliazione: per risolvere la controversia senza andare in giudizio

La proposta di conciliazione è uno strumento legale che permette al contribuente e all’ente di trovare un accordo per risolvere una controversia fiscale senza passare per un lungo e costoso processo giudiziario. Questa procedura può essere proposta da entrambe le parti in qualsiasi fase del giudizio, ma solitamente avviene nella fase iniziale del contenzioso.

Come funziona:
Una volta presentato il ricorso al giudice tributario, il contribuente o l’Agenzia delle Entrate possono proporre una conciliazione. L’accordo può prevedere una riduzione dell’importo dovuto, una rateizzazione del pagamento, o altre modalità agevolate. Se entrambe le parti accettano, l’accordo viene formalizzato e diventa esecutivo, evitando ulteriori procedimenti legali.

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Lo STUDIO CONTINO & ASSOCIATI, fonda il suo metodo di lavoro su un approccio interdisciplinare. I professionisti nell’ambito delle proprie specializzazioni, si integrano per garantire una gestione globale, capace di focalizzare le esigenze specifiche dei propri clienti. Quest’approccio, consente, inoltre di valutare partnership con altre realtà professionali, italiane ed estere, per offrire un servizio di consulenza completo con alti standard qualitativi.

Lo Studio, fondato nel 2004, ha offerto nel tempo consulenza e servizi a clienti privati e pubblici, ha partecipato a Tavoli di Lavoro e Commissioni Ministeriali.